Come gestire l’ansia: strategie pratiche per ritrovare serenità interiore
L’ansia è un’emozione universale, parte integrante dell’esperienza umana. Si manifesta quando percepiamo una minaccia o una sfida e, in piccole dosi, svolge una funzione protettiva: ci mantiene vigili, ci prepara all’azione, ci aiuta a dare il massimo in situazioni importanti.
Pensiamo a un esame, a un colloquio di lavoro o a una gara sportiva: senza quel pizzico di tensione, rischieremmo di non dare il meglio di noi. Tuttavia, quando l’ansia diventa costante, invadente o sproporzionata rispetto alle circostanze, può trasformarsi in un ostacolo pesante.
Non solo compromette il benessere psicologico, ma incide anche sulla qualità della vita quotidiana. È come avere un “allarme interno” che continua a suonare anche in assenza di pericoli reali.
Come si manifesta l’ansia
Molte persone descrivono l’ansia come un pensiero fisso, un “rumore di fondo” che non permette di rilassarsi. Spesso si accompagna a difficoltà di concentrazione, irritabilità e disturbi del sonno.
I sintomi possono essere anche fisici: tachicardia, respiro corto, sudorazione, tensioni muscolari, vertigini o disturbi gastrointestinali. Queste manifestazioni alimentano il circolo vizioso dell’ansia: ci spaventiamo dei sintomi stessi, li interpretiamo come segnali di un problema grave e, così facendo, l’ansia cresce ancora di più.
Un aspetto comune è la sensazione di perdita di controllo. Più cerchiamo di “scacciare” le preoccupazioni, più queste sembrano tornare con forza, come se la mente fosse intrappolata in un flusso continuo di pensieri ansiogeni.
Una strategia controintuitiva: dare spazio alla preoccupazione
Può sembrare paradossale, ma uno degli strumenti più utili per gestire l’ansia è ritagliarsi momenti dedicati alla preoccupazione. In pratica, si stabilisce un tempo preciso della giornata – ad esempio 20 minuti nel pomeriggio – da destinare solo ai pensieri ansiosi. Durante questo spazio, si scrivono su un foglio tutte le paure, i dubbi e le previsioni catastrofiche.
Il cervello impara che non è necessario rimuginare continuamente: c’è un tempo definito per farlo. Spesso, quando arriva il “momento delle preoccupazioni”, molte di esse perdono di intensità o sembrano meno urgenti. È come se la mente, rassicurata dalla possibilità di tornare sui problemi, smettesse di bombardarci 24 ore su 24.
Questa tecnica, semplice ma efficace, interrompe il circolo vizioso dell’ansia e restituisce un senso di maggiore padronanza.
Altre strategie quotidiane per gestire l’ansia
Accanto a questo esercizio, esistono numerosi strumenti pratici che ognuno può allenare nella vita di tutti i giorni.
1. Respirazione diaframmatica
Respirare lentamente e profondamente, gonfiando l’addome anziché il petto, abbassa la frequenza cardiaca e riduce la tensione muscolare. Bastano pochi minuti al giorno: inspirare contando fino a 4, trattenere il respiro per 2 secondi ed espirare lentamente contando fino a 6. Ripetere per 5 cicli può già portare un beneficio tangibile.
2. Mindfulness e meditazione
La mindfulness insegna a restare ancorati al presente, osservando pensieri e sensazioni senza giudizio. Questo riduce la tendenza a proiettarsi continuamente nel futuro con scenari catastrofici. Anche poche pratiche di consapevolezza quotidiane, come una passeggiata osservando i dettagli dell’ambiente, possono avere un effetto calmante.
3. Ristrutturazione cognitiva
L’ansia è alimentata spesso da pensieri distorti: “succederà sicuramente qualcosa di brutto”, “non ce la farò mai”. La ristrutturazione cognitiva, tipica della terapia cognitivo-comportamentale, aiuta a riconoscere queste distorsioni e a sostituirle con interpretazioni più realistiche. Non significa pensare “positivo a tutti i costi”, ma imparare a valutare le situazioni in modo più equilibrato.
4. Movimento e attività fisica
L’esercizio regolare – anche solo una camminata veloce di 30 minuti al giorno – riduce i livelli di cortisolo, l’ormone dello stress, e stimola endorfine e serotonina, sostanze che favoriscono benessere e calma interiore. Il corpo allenato gestisce meglio la tensione e si riprende più rapidamente dagli stati di agitazione.
5. Cura dello stile di vita
Un sonno regolare, un’alimentazione equilibrata e la riduzione di sostanze stimolanti come caffeina e alcol incidono profondamente sui livelli di ansia. Anche la gestione del tempo e la capacità di dire “no” a impegni eccessivi sono aspetti fondamentali: il sovraccarico cronico è terreno fertile per l’ansia.
6. Tecniche di rilassamento muscolare
Il rilassamento muscolare progressivo (metodo di Jacobson) consiste nel contrarre e rilassare, in sequenza, i diversi gruppi muscolari del corpo. Questo aiuta a sciogliere tensioni spesso inconsapevoli e favorisce una sensazione generale di calma.
Quando rivolgersi a un professionista
Le strategie quotidiane possono essere molto utili, ma non sempre bastano. In alcuni casi l’ansia diventa così intensa o persistente da richiedere un sostegno professionale. La
psicoterapia offre uno spazio protetto per comprendere le radici dell’ansia, riconoscerne i meccanismi e sviluppare strumenti personalizzati per affrontarla.
Un terapeuta può aiutare a:
- Identificare schemi di pensiero che alimentano l’ansia.
- Imparare tecniche di gestione emotiva su misura.
- Esplorare eventuali esperienze passate che hanno contribuito a sviluppare un terreno ansioso.
- Integrare esercizi pratici nella vita quotidiana.
È importante sottolineare che l’obiettivo non è
eliminare completamente l’ansia – cosa impossibile e persino indesiderabile – ma imparare a conviverci in modo sano.
L’ansia può tornare a essere un segnale utile, una “spia” che ci avverte quando stiamo chiedendo troppo a noi stessi o quando è necessario fermarsi.
Un percorso graduale verso la serenità
Gestire l’ansia non è una corsa a ostacoli da superare in fretta, ma un cammino graduale fatto di piccoli passi. Significa imparare a dare limiti alle preoccupazioni, concedersi pause rigenerative, coltivare abitudini sane e, quando necessario, chiedere supporto.
Con costanza, è possibile spegnere quel rumore di fondo che logora e riscoprire uno spazio interiore più calmo, dove la mente non è più dominata dalla paura ma può tornare a essere alleata.
Come scriveva Carl Rogers, uno dei padri della psicologia umanistica:
“Il curioso paradosso è che quando mi accetto così come sono, allora posso cambiare.”
Accettare la presenza dell’ansia, senza combatterla a ogni costo, è il primo passo per trasformarla in un’esperienza gestibile.
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