Love bombing e gaslighting: come riconoscere la manipolazione affettiva (e uscirne)
All’inizio sembra un sogno: messaggi continui, attenzioni speciali, dichiarazioni intense e promesse di futuro. Poi, poco alla volta, compaiono dubbi, colpe vaghe, confusione: “forse esagero io”, “magari ho capito male”. Questa alternanza eccesso−vuoto è tipica di molte
dinamiche manipolative: in particolare
love bombing e
gaslighting.
Conoscerle aiuta a proteggersi e, se serve, a chiedere aiuto in tempi rapidi.
Che cos’è il love bombing (e come si riconosce)
Il love bombing è una strategia relazionale in cui, soprattutto nelle prime fasi, l’altra persona ti “inonda” di attenzioni e conferme con l’obiettivo (spesso non consapevole) di legarti rapidamente e ottenere influenza.
Segnali frequenti
- Acceleratore sempre premuto: dichiarazioni di amore/futuro dopo poche settimane, pressioni per esclusività immediata.
- Regali e gesti eclatanti seguiti da richieste implicite (“dopo tutto quello che faccio per te…”).
- Presenza totale (chat, chiamate, sorprese) e irritazione quando chiedi spazio o tempi più lenti.
- Idealizzazione seguita da svalutazione improvvisa.
- Isolamento dolce: riduci amici, hobby e autonomia quasi senza accorgertene.
Gaslighting: cos’è e perché confonde
Il termine viene dall’opera “Gas Light”: qualcuno manipola luci e oggetti per farti dubitare della realtà.
Nel gaslighting, piccoli episodi ripetuti portano a mettere in discussione percezione, memoria e giudizio.
Segnali tipici
- Negazione sistematica (“non è mai successo”, “te lo sei inventato”).
- Rovesciamento della colpa: da chi pone un tema diventi “quello sensibile”.
- Minimizzazione e ridicolizzazione (“drammatizzi”, “era solo una battuta”).
- Confusione calcolata: cambi di versione, promesse non mantenute, regole mobili.
- Isolamento e segretezza: discredito verso chi potrebbe darti un riscontro esterno.
Spesso love bombing e gaslighting si alternano, creando montagne russe emotive che tengono agganciati.
Perché funziona: “trauma bond” e rinforzo intermittente
Idealizzazione e svalutazione attivano il rinforzo intermittente: ricompense imprevedibili che alimentano l’aspettativa (“tornerà la versione affettuosa?”). Si può creare un trauma bond, un legame che mischia affetto, paura e dipendenza. La vergogna (“proprio io in questa situazione?”) spinge al silenzio.
Effetti psicologici (e sul corpo)
- Ansia e ipervigilanza; difficoltà a “staccare”.
- Calo dell’autostima e senso di colpa.
- Confusione e indecisione; dubbi su memoria e giudizio.
- Umore depresso, ritiro sociale.
- Sintomi fisici: tensioni, sonno disturbato, somatizzazioni.
Cosa fare subito (protocollo in 5 passi)
- Scrivi i fatti (date, parole, contesto).
- Parlane con una persona fidata o con un/una terapeuta per un riscontro esterno.
- Riduci l’esposizione: silenzia notifiche, evita discussioni a caldo.
- Confini chiari: richieste specifiche; valuta low/no contact se gli abusi verbali persistono e se è sicuro.
- Piano di sicurezza: reti anti-violenza, uscite sicure, tutela legale se emergono minacce/controllo.
Psicoterapia: come aiuta
- Psicoeducazione: dare nomi alle dinamiche riduce confusione e colpa.
- TCC: ristrutturare pensieri colpevolizzanti e allenare confini assertivi.
- Schema Therapy: lavorare su schemi di abbandono/svalutazione e bisogni affettivi.
- EMDR (quando indicato): integrare ricordi dolorosi e ridurre trigger.
- Rete e valori: ricostruire interessi, amicizie, routine sane.
Mini auto-check (non è diagnosi…)
- Mi sento confuso/a dopo le conversazioni, come se avessi “frainteso tutto”?
- Chiedo scusa per episodi che non ricordo?
- Le regole cambiano e non so cosa aspettarmi?
- Mi sto isolando da amici/famiglia?
- Metto confini e vengo deriso/a o colpevolizzato/a?
Uscire dal ciclo: passi concreti
- Bussola personale: elenca 5 comportamenti “sani” che desideri in una relazione.
- Igiene digitale: niente condivisione password/posizione, password nuove.
- Rete di supporto: 2/3 persone informate + terapeuta.
- Micro-step settimanali: 1 azione di cura, 1 sociale, 1 pratica/legale se utile.
- Auto-compassione: stai uscendo da un sistema, non “fallendo” una relazione.
Quando chiedere aiuto
Se confusione, colpa e paura stanno crescendo, meriti supporto.
Nel mio studio a Roma – Monteverde lavoriamo su confini, autostima e sicurezza emotiva con strumenti pratici e monitoraggi passo-passo.
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Prenota un primo colloquio conoscitivo: chiariremo la situazione e costruiremo un piano realistico per stare meglio, in sicurezza.









