Burnout lavorativo: come riconoscerlo e uscirne
Hai iniziato ad amare il tuo lavoro e ora ti svegli già stanco, irritabile, senza energia? Le email diventano montagne, i colleghi “ti pesano”, la concentrazione si spezza.
Questo quadro non è “semplice stress”: potrebbe essere
burnout, una condizione di esaurimento fisico ed emotivo legata a stress lavorativo prolungato.
Che cos’è (e cosa non è) il burnout
Il burnout non è pigrizia, né una colpa. È una risposta a richieste e pressioni prolungate, spesso con poche risorse e scarso senso di controllo.
I tre cardini classici sono:
- Esaurimento emotivo e fisico: sentirsi “svuotati” già al mattino, sonno non ristoratore.
- Distacco/cinismo: atteggiamento negativo, irritabilità, distacco mentale dal lavoro e dalle persone.
- Ridotta efficacia: fatica a portare a termine compiti, errori, calo di fiducia nelle proprie capacità.
Lo stress è una risposta fisiologica e talvolta utile; il burnout è quando la risposta resta “accesa” troppo a lungo e l’organismo non recupera più. Come sottolinea
Christina Maslach, studiosa di riferimento sul tema, il burnout coinvolge anche
il contesto: carichi di lavoro, tempi, cultura organizzativa e riconoscimento.
Segnali precoci da non ignorare
- Risvegli non ristoratori, mal di testa o tensioni muscolari ricorrenti.
- Volubilità emotiva: si passa da irritabilità a apatia, con fatica a provare interesse.
- Concentrazione a singhiozzo, errori banali, procrastinazione e rinvii all’infinito.
- Calo della motivazione: “a cosa serve?”, perdita di senso e valori personali accantonati.
- Ritiro sociale: evitare colleghi, call, messaggi; cinismo come “armatura”.
- Uso compensatorio di caffeina, alcol, cibo o scorrimento compulsivo dei social.
Se ti riconosci in vari punti da almeno qualche settimana, è utile fermarsi e valutare.
Mini auto-check (non sostituisce una valutazione clinica)
- Mi sento stanco ancora prima di iniziare a lavorare quasi ogni giorno.
- Sto diventando cinico/indifferente verso clienti o colleghi.
- Mi sembra di non combinare più nulla, anche su compiti semplici.
- Rimando spesso, poi corro all’ultimo in “modalità emergenza”.
- Fatico a “staccare” anche fuori orario: pensieri di lavoro invadenti.
Se rispondi “sì” a 3 o più item per due settimane, considera un confronto professionale.
Cosa fare subito (protocollo in 5 mosse)
- Stop breve, non fuga: blocca 24–48 ore senza straordinari per ripristinare sonno e ritmi; non è “scappare”, è manutenzione.
- Monotasking guidato: scegli 1 compito “ad alto impatto” e 2 micro-azioni. Timer 25–30 minuti + 5 di pausa. Ripeti 3 cicli.
- Confini chiari: fascia “deep work” senza notifiche (1–2 ore), orario di fine lavoro scritto e visibile. Email dopo quell’ora? Programmala per il mattino.
- Ricariche attive: 2 camminate brevi al giorno, stretching collo/spalle, idratazione. Micro-pause senza schermo.
- Delega e priorità: regola 3D:
delega,
differisci,
drop (elimina). Tutto non può essere “urgente”.
Strumenti pratici quotidiani
- Agenda unica (non 4 sistemi): calendario + to-do con priorità A/B/C. Ogni mattina scegli 3 “vittorie” realistiche.
- Rituali di inizio/fine giornata: 10’ per pianificare → 10’ per chiudere (riordino, scarico mentale, pianificazione domani).
- Tecnica “energia prima del compito”: micro-esercizio, respiro 4-6 o 10 squat; al cervello serve attivazione per ingranare.
- Igiene digitale: notifiche raggruppate, modalità “concentrazione”, app blocca-distrazioni nelle fasce critiche.
- Recovery serale: routine costante di sonno, luci soffuse, schermi ridotti 60’ prima, diario di gratitudine/riconoscimenti.
- Supporto sociale: collega “buddy” per confronti brevi, supervisione o gruppi di pari se il lavoro è d’aiuto (cura, scuola, PA).
Psicoterapia: cosa funziona davvero
La
Terapia Cognitivo-Comportamentale (TCC) aiuta a interrompere i cicli di autosvalutazione, perfezionismo rigido e procrastinazione, e introduce strumenti di gestione del tempo/stress.
L’ACT (Acceptance and Commitment Therapy) lavora su consapevolezza e valori: impari a riconoscere pensieri/emozioni senza lottarci e a muovere passi concreti nella direzione che conta per te.
La Mindfulness (MBSR/MBCT) favorisce recupero attentivo e regolazione emotiva.
Se il burnout è intrecciato a esperienze critiche (mobbing, eventi traumatici), si valutano protocolli specifici (es.
EMDR) all’interno di un percorso strutturato.
Talvolta può essere utile il confronto con lo
specialista medico per valutare condizioni fisiche concomitanti o, se necessario, un supporto farmacologico temporaneo.
Rientrare in equilibrio (e al lavoro) con un piano sostenibile
- Ridisegna il carico con il tuo responsabile: chiarezza su obiettivi, tempi e metriche ragionevoli.
- Sperimenta settimane a tema: es. settimana “manutenzione arretrati”, settimana “progetti strategici”, per ridurre il multitasking.
- Blocchi “no meeting”: proteggi almeno 2 mezze giornate a settimana.
- Accordi di comunicazione: canali per urgenze reali, tempi di risposta attesi per il resto.
- Valori e scopo: ri-ancora il perché fai ciò che fai; piccole azioni coerenti aumentano il senso di efficacia e protezione dal cinismo.
Prevenzione: 6 leve organizzative (se sei manager o libero professionista)
- Carichi e tempi realistici, con spazi di recupero pianificati (non “se avanza tempo”).
- Autonomia su come raggiungere gli obiettivi, non solo “quanto” produrre.
- Fairness e riconoscimento: feedback chiaro, criteri trasparenti.
- Comunità: momenti di confronto, mentoring, debriefing post-progetto.
- Sviluppo competenze: formazione continua su priorità, delega, comunicazione.
- Limiti condivisi sull’uso delle tecnologie fuori orario.
Quando chiedere aiuto
Se ti ritrovi a spegnere “incendi” di continuo, a sentirti svuotato, irritabile o senza prospettiva, è il momento di un
check professionale. Nel mio studio a
Roma – Monteverde lavoro con persone che vivono stress lavoro-correlato o burnout: costruiamo insieme un piano personalizzato di recupero, con strumenti pratici, obiettivi chiari e monitoraggi periodici.
Non è debolezza chiedere aiuto: è la scelta più rapida per tornare a stare bene e lavorare meglio, con confini che ti proteggono.
Prenota un primo colloquio conoscitivo: definiremo priorità, step immediati e un percorso sostenibile per ritrovare energia e senso nel lavoro. π









